Nuovi patch sicurezza per il sistema operativo Android di questo mese

I nuovi patch di sicurezza Android di questo mese correggono ben 52 vulnerabilità, tra cui una che desta particolari preoccupazioni. Difatti, potrebbe essere sfruttata per ottenere l’accesso alla directory root del dispositivo. Ciò significa che una volta eseguito l’accesso l’hacker potrebbe compromettere la funzionalità del nostro dispositivo.

A quanto dice Google, la vulnerabilità CVE-2023-1 può essere sfruttata solo su dispositivi che utilizzano una versione di Android precedente alla 5.0 e che non sono stati aggiornati negli ultimi tre anni. E sappiamo che ce ne sono ancora molti in giro, soprattutto fra le persone che non cambiano cellulare se non allo scoccare del termine ultimo di vitalità del dispositivo.

È importante notare che questa vulnerabilità è stata risolta da Google già da diversi anni, quindi se si utilizza un dispositivo con una versione di Android precedente alla 5.0, è necessario assicurarsi che sia aggiornato con gli ultimi aggiornamenti software forniti dal produttore o dall’operatore. In caso contrario, se non c’è la possibilità di cambiare telefono meglio fare attenzione a non lasciare troppi dati sensibili a disposizione.

Nuovi patch sicurezza per Android: più di 50 funzionalità esposte salvaguardate

Quando il nostro informatico di fiducia ci suggerisce di fare gli aggiornamenti, lo fa per un discorso ben preciso. Infatti, se non aggiorniamo costantemente i nostri dispositivi mettiamo a repentaglio la nostra sicurezza informatica. Pertanto, i dispositivi, siano essi smartphone, tablet o PC, devono essere sempre aggiornati.

Quando non c’è più la possibilità di ricevere nuovi aggiornamenti è tempo di cambiare il nostro telefono. Purtroppo, è una legge ingiusta ma è l’unico espediente che abbiamo per proteggere i nostri dati sensibili. Android ha inviato a tutti i suoi utenti i nuovi patch di sicurezza, i quali mettono al riparo da oltre 52 vulnerabilità.

Si tratta di feature differenti che vanno a colmare le lacune delle nuove progressioni tecnologiche, affinché non vi sia modo per i malfattori di sottrarre dati ai malcapitati. In particolare il CVE-2023-1 è piuttosto utile poiché impedisce delle intromissioni inaspettate. Ma come abbiamo già detto non è a disposizione di chi possiede un dispositivo con un sistema Android con una versione antecedente alle 5.0.

In quel caso i telefoni e gli altri dispositivi si trovano esposti e non possono fare nulla per salvaguardare i propri dati. O meglio, una cosa ci sarebbe: ossia sostituire il dispositivo con uno più moderno. Come dire che si devono fare le pulizie di primavere anche con la tecnologia, non solo per il cambio degli armadi!