La sindrome di Asperger è un disturbo neurologico e cognitivo che rientra a pieno titolo nello spettro autistico. È caratterizzata da difficoltà nell’interazione sociale, comportamenti ripetitivi e una gamma ristretta di interessi. A differenza di altre forme di autismo, i soggetti con sindrome di Asperger hanno spesso un’intelligenza e uno sviluppo del linguaggio medi o superiori alla media.
Il disturbo è stato identificato per la prima volta dal pediatra austriaco Hans Asperger nel 1944, ma è stato ampiamente riconosciuto solo negli anni Ottanta. Purtroppo, rientrando nello spettro dell’autismo non è stato semplice identificarlo fin da subito. Non a caso, la diagnosi di sindrome di Asperger si basa su una combinazione di criteri comportamentali e di sviluppo.
Infatti, le persone con la sindrome di Asperger possono avere difficoltà a stabilire un contatto visivo, a capire i segnali sociali e a fare conversazione. Possono anche avere difficoltà con la comunicazione non verbale, come le espressioni facciali e il linguaggio del corpo. Inoltre, faticano a introdursi nella comunità se non aiutate e supportate.
La sindrome di Asperger non limita la vita sociale e lavorativa
Nonostante le difficoltà associate alla sindrome di Asperger, molti individui con questo disturbo sono in grado di condurre una vita soddisfacente e di successo. Con un intervento precoce e un sostegno adeguato, le persone con Asperger possono imparare a destreggiarsi nelle situazioni sociali, a comunicare in modo efficace e a perseguire i propri interessi e passioni.
Molte persone con Asperger hanno talenti e capacità uniche che possono essere sfruttate attraverso l’istruzione e il lavoro. Gli esperti discutono continuamente se la sindrome di Asperger debba essere considerata un disturbo distinto o semplicemente una forma più lieve di autismo. Nel 2013, l’American Psychiatric Association ha rivisto i criteri diagnostici per i disturbi dello spettro autistico.
E in questo contesto ha così eliminato la categoria della sindrome di Asperger. Al contrario, è ora inclusa nella più ampia categoria di disturbo dello spettro autistico (ASD). Tuttavia, molti individui si identificano ancora fortemente con il termine “Asperger” e preferiscono usarlo per descrivere la loro esperienza.
Nonostante le sfide associate a questo disturbo, molti individui che accolgono questa variante di autismo sono in grado di condurre una vita soddisfacente e di successo. Nonostante il dibattito in corso sulla sua classificazione, questa rimane un’importante area di studio per i ricercatori e un aspetto significativo dello spettro autistico.
Ma soprattutto è importante sottolineare che questa variante non limita la vita sociale o lavorativa, basta solo trovare un modo per direzionare la propria unicità.